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Pasqua 2009

 
 
 
Buona Pasqua 2009
Auguro serenità e pace a tutti.
 
…soprattutto in terra d’Abruzzo!
 
 
 
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Un bacio non è mai uguale all’altro…

 

 

 

 

A volte penso che la fantasia sia parte della vita,

che la vita non sia solo quella realtà che viviamo ogni giorno.
Penso che ci sia un tempo in cui viviamo il risultato delle due cose,
come due gambe della stessa persona e un lungo cammino da percorrere.
A volte si zoppica, a volte no.
Ma ciò che nutre la fantasia ha il sapore buono di una cena preparata per due.

Mi piacerebbe poter accendere una candela su quella tavola, tante volte.

 

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Sesso e amore

 
 
Nell’animo umano agiscono impulsi contrastanti che creano dubbi, dilemmi, e portano ad agire in modo contraddittorio.
Due di queste tendenze che possono entrare in conflitto, rappacificarsi, o scontrarsi di nuovo nel corso della nostra vita sono la sessualità e l’amore.
Non sempre ce ne rendiamo conto perché sessualità ed amore ci si presentano spesso fusi, oppure perché in molti casi l’amore sboccia dalla sessualità.
Ma la ragione principale della confusione è un’altra: nell’ultimo secolo ha prevalso una scuola di pensiero, la psicoanalisi, che rende ad identificare il piacere, l’amore e il sesso.
È sessuale, appartiene alla sessualità orale, il piacere del bambino che, attaccato al capezzolo, succhia il seno.
È sessuale, appartiene alla sessualità anale, il piacere di rilassare gli sfinteri nel defecare.
Sono forme di sessualità pre-genitale che poi continuano nella vita adulta anche quando si è imposto il primato di sessualità genitale. Ma hanno origine sessuale non solo i piaceri, anche i sentimenti del bambino verso sua madre.
È sessuale la gioia, la felicità che prova quando, dopo averla cercata, angosciato le corre fra le braccia e si addormenta dolcemente sul suo seno.
È sessuale il desiderio che provo osservando una ballerina, quello con una prostituta, la passione che sento per la mia amata, il desiderio spasmodico di vederla quando sono lontano, la gioia di sentire la sua voce dirmi "ti amo".
Insomma è sessuale tutto.


La grande seduttrice fa sentire l’uomo importante, desiderabile, unico.
Ma non basta.
Lo stimola con l’abbigliamento, i gesti e il sottile gioco dello scoprirsi e del coprirsi.
Poiche’ l’erotismo maschile e’ visivo, piu’ che comunicargli emozioni, gli evoca immagini.

 
Francesco Alberoni  (Sesso e amore – 2006 Milano)
 
 
("Volete farvi quattro risate? Leggete Francesco Alberoni – sociologo del nulla, scalatore delle discese, esperto dell’ovvio." – Marco Travaglio)
 
 
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Mariastella Gelmini ti lovvo tanto!! (…si dice cosi?)

dal Corriere della Sera > Cronache > Messina, ateneo sotto inchiesta pensa all’arredo.

VERGOGNA! VERGOGNA! VERGOGNA!

Il caso – L’università lancia un bando per trovare un artista che raffiguri il terremoto del 1908

L’ateneo sotto inchiesta pensa all’arredo:
a Messina un quadro da 80mila euro

Non è vero che non ci sono soldi per la ricerca. L’Università di Messina, ad esempio, una ricerca la sta facendo: cerca un pittore che per 80mila euro dipinga un quadro per l’Aula Magna di ingegneria. Direte: ma come, una spesa così insensata in questi tempi di vacche magre? Esatto. Dicono sia in-dis-pen-sa-bi-le. Certo, per arredare la parete della grande sala non potevano scegliere momento peggiore. Da una parte, infatti, divampa la polemica sui tagli decisi da Mariastella Gelmini, denunciati come la scelta scellerata di lesinare la goccia d’acqua agli assetati dalle gole riarse. Dall’altra il rettore dell’Ateneo, Francesco Tomasello, è stato appena rinviato a giudizio con la moglie Melitta Grasso (lei pure dirigente dell’Università) e altri 25 professori, ricercatori e funzionari vari (altri sette imputati hanno chiesto il rito abbreviato) per due scandali.

Il primo: la gestione assai «controversa», diciamo così, di tre milioni di euro di fondi regionali destinati alla ricerca di un progetto scientifico «Lipin». Il secondo: un concorso taroccato. Scoppiato quando un docente aveva denunciato di aver subito pressioni per addomesticare la gara per un posto di professore associato che doveva a tutti i costi andare a Francesco Macrì, figlio dell’allora preside di Veterinaria Battesimo Consolato Macrì, che nelle intercettazioni viene chiamato «BatMac». Non bastasse, proprio in questi giorni L’Espresso ha rivelato che la moglie del rettore, il quale l’anno scorso era stato sospeso per due mesi dalla carica nell’ambito di una «inchiesta su delitti, appalti e clan», sarebbe al centro di un’altra indagine sulla fornitura di pasti del Policlinico e la gestione dei servizi di vigilanza. Servizi che oggi, grazie all’intervento del commissario straordinario, costano 300mila euro ma prima della svolta erano stati assegnati alla società «Il Detective» (unica partecipante alla gara d’appalto!) per un milione e 770mila: sei volte di più.
 
Non bastasse ancora, la città peloritana è scossa da «boatos» secondo i quali ognuno degli 86 nuovi posti all’Università, banditi con 75 concorsi, sarebbe stato «cucito come un vestitino» addosso a 86 prescelti. Sia chiaro: l’ateneo messinese non è l’unico a spendere i soldi in maniera «bizzarra» dando ragione ai rettori più seri che inutilmente invocano da anni che la distribuzione dei fondi e più ancora dei tagli non sia fatta così, a casaccio, ma tenga conto delle enormi differenze tra le università sobrie e quelle spendaccione, quelle virtuose e quelle «canaglia».
 
I casi sconcertanti sono infiniti. Con l’aria che tira in questi anni, ad esempio, era proprio indispensabile all’università di Salerno (dove ogni stanza e ogni bagno del campus è stata tinteggiata con un colore differente) la costruzione del «Chiostro della Pace» di Ettore Sottsass e Enzo Cucchi voluto per offrire ai giovani un luogo «dove riflettere sul senso della vita» e irrispettosamente ribattezzato «il lavandino» per le mattonelle di ceramica blu? È fondamentale, a Bari, mantenere tutt’ora a cura dell’ateneo la darsena del Cus, il centro universitario sportivo, dove fino a ieri decine di docenti ormeggiavano le barche senza tirar fuori un cent? Vi pare possibile che un porticciolo vicino al centro della città sia stato fino all’arrivo del nuovo rettore offerto per 16 anni ai baroni senza che nessuno si ricordasse di chieder loro di pagare la quota («omaggi a personalità influenti…», ammise il presidente) col risultato che siccome non fu mai mandata una richiesta è oggi impossibile pretendere gli arretrati? Chi li restituirà, i tre o quattrocentomila euro di crediti mai riscossi? E l’ex rettore di Teramo Luciano Russi, poi trasferitosi a Roma, doveva proprio spendere 93mila euro per comprare una Mercedes S320 con tivù al plasma anteriore e posteriore, fax, business consolle e «sound system Bose» e 303mila per rifare l’arredamento del suo ufficio?
 
Certe voci resteranno indimenticabili: 54.391 euro per «librerie e boiserie in noce massello con appliques alle quattro pareti», 8.448 per «due divani in pelle modello Chesterfield tre posti», 6.500 per «tappeto Isphahan lana/seta»… Come poteva, con quelle spese, trovare altri soldi per la ricerca? E come possono accettare, i rettori «risparmiosi» attenti al centesimo, di essere messi sullo stesso piano, nei tagli, di chi ha speso 33.259 euro (quanto guadagnano in un anno tre dei precari pisani che hanno messo a punto un supertelescopio messo in orbita dalla Nasa) per «rivestimento soffitto in noce massello cassonato»? Ma torniamo a Messina. Dove lo stesso bando di concorso per «la scelta, l’esecuzione e l’acquisto» del quadro da 80mila euro è un capolavoro. Dopo avere precisato che «l’opera dovrà essere ispirata al tragico evento del terremoto di Messina» e «andrà collocata nell’Aula Magna della Facoltà di Ingegneria, sulla parete cattedra di m. 7,50×3,30 e sulle due pareti contigue, ciascuna di m. 2,00 circa x 3,30», il documento precisa infatti che «al concorso possono partecipare tutti gli artisti italiani e stranieri in possesso della residenza o del domicilio in Italia, che godano dei diritti civili e politici nello Stato di appartenenza».
 
Insomma, se c’è un Picasso o un Gauguin che abbia voglia di cimentarsi, si astenga: la nostra università, oltre ai ricercatori stranieri, non vuole neppure pittori che non siano indigeni. E non è finita. Tra le meravigliose scemenze burocratiche, c’è infatti che «il plico deve essere sigillato con ceralacca e controfirmato sui lembi di chiusura e deve recare all’esterno, oltre all’intestazione del mittente (nome e cognome dell’artista) e all’indirizzo dello stesso, la dicitura "Bando di concorso per la scelta, l’esecuzione e l’acquisto di un’opera d’arte pittorica da collocare nell’Aula Magna della Facoltà di Ingegneria in Contrada Papardo di Messina"». Il plico deve contenere al suo interno la busta con la dicitura «Documentazione» e un contenitore con la dicitura «Bozzetto» entrambi «controfirmati sui lembi di chiusura…». Insomma: viva l’arte e viva gli artisti! Purché burocrati. E ossequiosi del comma 1/ter dell’art.47bis del dpr…

Gian Antonio Stella

 

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Il mattino accarezza il cuscino

 

 
 
 
Come sono strane certe notti, quelle in cui non si dorme.
 
E i pensieri si rincorrono veloci, nel buio e nel silenzio
 
si fanno più leggeri e più sottili e si insinuano più in fondo.
 
Brevi bagliori segnano le soluzioni,
 
la fine di una corsa l’inizio di una attesa.
 
E il silenzio riprende il suo tempo e il suo spazio si dilata.
 
E le palpebre si fanno pesanti,
 
più del buio che non fa paura.
 
Il mattino acarezza il cuscino.
 
 
 
 
 

 

 

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Provando la reflex

 
 
A passeggio domenica mattina
 
in una tranquilla città del Sud.
 
 
 
      
 
 
   
 
 
 
 
 
  
 
 
      
 
 
    
 
 
       
 
 
 
 
          
 
 
 
 
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Dedicato a te che pensi di non farcela…

 

Ma non dovrai scoraggiarti.

Battersi è molto più bello che vincere,

viaggiare è molto più divertente che arrivare:

quando sei arrivato o hai vinto, o avverti un grande vuoto.

E per superare quel vuoto devi metterti in viaggio di nuovo.

O. Fallaci

 

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Se ti basterà, a me basterà.

 

Io ti ho vista già, eri in mezzo a tutte le parole che
non sei riuscita a dire mai.
Eri in mezzo a una vita che poteva andare ma
non si sapeva dove…
Ti ho vista fare giochi con lo specchio
e aver fretta di esser grande
e poi voler tornare indietro quando non si può.

Quella che non sei
quella che non sei non sei
ma io sono qua e se ti basterà
quella che non sei, non sarai
a me basterà.

C’è un posto dentro te in cui fa freddo
è il posto in cui nessuno è entrato mai
quella che non sei.

Io ti ho vista già eri in mezzo a tutte le tue scuse
senza saper per cosa.
Eri in mezzo a chi ti dice "scegli": o troia o sposa.
Ti ho vista vergognarti di tua madre
fare a pezzi il tuo cognome
sempre senza disturbare che non si sa mai.

Quella che non sei
quella che non sei non sei
ma io sono qua e se ti basterà
quella che non sei, non sarai
a me basterà.

C’è un posto dentro te che tieni spento
è il posto in cui nessuno arriva mai
quella che non sei.

Ti ho vista stare dietro a troppo rimmel
dietro un’altra acconciatura eri dietro una paura
che non lasci mai.

Quella che non sei
quella che non sei non sei
ma io sono qua e se ti basterà
quella che non sei, non sarai
a me basterà.

C’è un posto dentro te in cui fa freddo
è il posto in cui nessuno è entrato mai.
Quella che non…

Ligabue
Su E Giù Da Un Palco (1997)
Quella Che Non Sei

 

 

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Ne ho viste cose, che voi umani…

 

 

Mentre tu hai una cosa, questa può esserti tolta.
Ma quando tu la dai, ecco, l’hai data.
Nessun ladro te la può rubare.
E allora è tua per sempre.

James Joyce

 

 

Io ho quel che ho donato,
perché nella vita ho sempre amato.

Gabriele D’annunzio

 

 

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